martedì, novembre 01, 2005

Lo sconfinato mare di Marè



C’era una volta una casa.
E dentro questa casa c’era un caminetto e dentro questo caminetto c’erano dei tronchetti che riscaldavano la stanzetta di Marè.
Marè era una bambina bella e simpatica che tutti conoscevano per la sua risata gaia e per la sua faccetta vispa vispa e rubiconda.
La primavera non era la stessa senza gli schiamazzi di Marè e l’estate non risplendeva mica senza le burle di Marè.
Tutti ma proprio tutti in paese le volevano bene, perché Marè metteva di buon umore con la sua faccetta morbida e soffice.
Un bel giorno capitò alla casetta di Marè un bel marinaio che si chiamava Amanteo.
“Buon giorno a voi della casa!”, disse Amanteo sull’uscio della casetta di Marè.
“Buon giorno a Te Signor marinaio, io mi chiamo Marè e qui con me non ci son due e non ci son trè!”.
La risposta di Marè e quel suo grande sorriso misero di buon umore il bel marinaio che, scendendo dalla sua carrozza, strinse la mano a Marè e si presentò: “Mi chiamo Amanteo, per servirla”.
Il marinaio piacque subito alla bella Marè e, come si era capito, anche Marè piacque tanto al marinaio.
Tra i due nacque una meravigliosa amicizia. Quando erano insieme sembrava che il tempo passasse come una bufera estiva.
Ma fu proprio una bufera estiva che portò nel paese di Marè, Grodio, il mostro del mare che era stato ferito tanti anni fa da Amanteo nel lontano Oceano Pacifico.
Grodio era un mostro tremendo perché riusciva a prendere diverse forme. Poteva diventare fuoco o acqua o cenere eruttiva o sabbie mobili o vento.
Aveva tentato in tutti i modi di spezzare il legame tra Marè e Amanteo, ma loro resistettero per anni e anni.
Fino a quando le angherie di Gordio non innervosirono la bella Marè che, giorno dopo giorno, perdeva il suo sorriso che l’aveva resa famosa tra la gente del paese.
Amanteo si accorse di questo fatto e un bel giorno decise di affrontare Gordio a viso aperto nel campo di battaglia che gli era più congeniale: il mare. Fu così che prese le sue cose e, dopo avere baciato la bella Marè prima che si svegliasse, salpò con la sua barca verso il mare aperto alla ricerca del mostro.


Al suo risveglio Marè cercò il suo Amanteo e non lo trovò. Scandagliò i boschi, gli aranceti, i deserti e le montagne ma lui non c’era.
Poi incontrò il Gelsomino e rivolgendosi a lui disse: “O buon Gelsomino, tu che sei così buono e bello, sai dirmi dov’è andato il mio Amanteo?”.
Il Gelsomino, che normalmente non spiccicava una parola con nessuno, s’impietosì nel vedere le lacrime scendere pesanti dalle bianche guance di Marè.
“E’andato via..”.
“Via?”.
“Si Marè. E’ andato via per mare ad affrontare Gordio. Non sopportava il male che il mostro ti faceva e così ha deciso di affrontarlo per amor tuo anche a rischio della sua stessa vita. E’ andato via per amor tuo…è andato via per amor tuo….è andato via per amor tuo….”.

Da quel giorno cominciò il viaggio di Marè. Cominciò un lungo e periglioso viaggio fra i flutti del mare alla ricerca del suo caro Amanteo. Sfidò le tempeste e la nebbia e mai si perse d’animo.
Si dice che quando una nave la incontrasse negli sconfinati mari lei rispondesse sempre:
“Mi chiamo Marè e qui con me non ci son due e non ci son trè, ma lo sconfinato amore del sole, dell’aria e di Marè!”.



di Amanteo

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