LOVE STORY
Infatuazione pubblicitaria di uno scribacchino fumante
Una sigaretta accesa . Uno scrittore. Non manca nulla (solo il suo sonnambulismo). Dall’ideale davanzale del mio sguardo vedo e (de-scrivo) la scena.
Il teatro è vuoto ; si scorgono solo due fari accesi in una timida nebbia. Una strada (un’isola?) bagnata dalla penombra di un pomeriggio scuro post temporale.
Scorgo chiaramente (scribacchino fumante) una vetta mozza , una vertiginosa pietà a picco sull’oceano ed un gregge in fila di note di pianoforte. Il mio.
Su quei raggi di luce si erge un idolo di cartapesta profumata e umida. Un geroglifico a narrare una love story. Un dolmen di trepidazioni. Love story reticente a farsi dire. In vana attesa un viso di donna. Ispira un raggio di luce nella nebbia.
Una cascata di capelli.
Ciocche semibionde riempiono , ora , la scena. (un carillon le fa il verso) .
Onde.
Per la prima volta in chiaroscuro. Lei in posa sgraziata . Lui col naso sfogato da un sapiente obbiettivo
« I wish…».
Puàh!. Lo scrittore chiede una storia e gli si offre una pubblicità?
Uno, due , tre, quattro lampioni nel bianconero della sera fotografata , s’infrangono di luce sul terreno deserto (la musica mi ispira, ma taccio d’arte).
Non lamentarti del mio ermetismo!
Io sono colui che può!
Ok. Ci provo.
Mille bollicine arancioni (la notte stupisce di colori persino un arcobaleno) punzecchiano un viso.
E’ lei.
Sola.
La sua spalla.
Nuda.
Uno sguardo.
Nudo.
“ Guardami uomo! Non dimenticare che abbiamo peccato! D’amore.
Sì, d’amore.
Senti un rimorso?
Io sono il tuo essere nella notte (il tuo froù froù). Il tuo impegno. Il mio disimpegno.
Ah! Non te lo aspettavi? Che l’amore è disinteresse?
Disinteresse d’amore.
di Amanteo
domenica, aprile 16, 2006
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