venerdì, ottobre 23, 2009
lunedì, ottobre 12, 2009
Se(i) cerchi
Ho fatto un cerchio attorno a te
Ed ho ottenuto un cerchio.
Ho fatto un altro cerchio attorno a te
Ed ho ottenuto un altro cerchio.
Ho fatto un terzo cerchio attorno a te
Ed ho ottenuto un terzo cerchio.
Ho fatto ancora un cerchio attorno a te
Ed ho ottenuto un quarto cerchio.
Ho fatto un quinto cerchio attorno a te
Ed ho ottenuto un cerchio attorno a me.
di Amanteo
lunedì, settembre 28, 2009
Il Giornale
Un’altra giornata stava per iniziare. Oggi avrebbe aiutato della gente e qualcun altro, invece, sarebbe rimasto deluso, ma Adolfo, in verità, non aveva grossi pregiudizi. Per lui tutte le persone che andavano da lui erano degne di ottenere il suo aiuto ma, non tutte quelle persone potevano essere aiutate. Federica era una da aiutare, per esempio. Lei non era come le altre donne. Lei sapeva di quel vino piemontese che Adolfo aveva assaggiato tre anni prima ma di cui non ricordava più il nome ma il sapore gli era rimasto impresso sul palato e sulla lingua. In verità malgrado lo sperasse, Federica aveva lasciato “cadere” le sue ripetute attenzioni malgrado gli dimostrasse una certa benevolenza. Adolfo però andava per la sua strada. Sapeva che le concrete possibilità di riassaggiare quell’ottimo vino piemontese, fossero realmente poche ma sapeva anche che, malgrado il suo aspetto rozzo e la sua fama di Don Giovanni, aveva un certo fascino sulle donne e poi la sua posizione in ufficio, lo insigniva dello status di “persona importante” a cui la gente doveva rispetto, a cui, persino Federica doveva rispetto.
Una notte di novembre accade una cosa inaspettata. Mentre Adolfo dormiva, il suo telefono cellulare annunciò un sms in arrivo. Mittente numerico: sconosciuto. Il messaggio recitava: lui è piccolo ma mortale. Io sono vecchia ma non lo ero. Tu sei morto e non lo sai. Fine del testo e fine del riposo per Adolfo che si inquietò non poco nel leggere e rileggere quelle strane parole. Provò a digitare quel numero di cellulare, suonava, ma nessuno rispondeva.
La mattina seguente Adolfo non era quello di sempre. Non dava a vedere l’inquietudine perché comunque era concentrato sul lavoro e sulla gente da aiutare quel giorno ma aveva bisogno di aiuto. La giornata terminò al solito orario ma il suo stato d’animo non era mutato. Adolfo leggeva ancora il messaggio della notte ma ormai ricordava a memoria le parole e non riusciva a dare loro un senso compiuto. Forse uno scherzo? Forse un errore di persona? Ma si! Forse un errore di persona. Decise di mandare a sua volta un sms a quel numero sconosciuto dicendo che evidentemente c’era stato un errore di persona e che lui con quella faccende non c’entrava nulla.
Mandò il messaggio ponderando bene le parole e per un po’ rimase in macchina – era diretto a casa ma da più di due ore era bloccato dal traffico cittadino – a fissare il suo telefono nella speranza che annunciasse un sms ricevuto. Il telefono restò muto quella sera. Quella notte e tutto quel mese. Per la verità il telefono non annunciò mai un sms proveniente da quel numero e col tempo anche Adolfo cominciò a dimenticare quelle frasi sconnesse.
La mattina del 24 dicembre 2009 Adolfo era stabilmente seduto sulla sua grande sedia davanti alla sua grande scrivania del suo grande ufficio. Quella mattina Federica doveva venire a trovarlo, per gli auguri di Natale. Finalmente l’avrebbe rivista e chissà, magari avrebbe potuto avere qualche possibilità di invitarla a cena o a pranzo.
Enza, la fedele e sempre presente segretaria di Adolfo (anche perché rimasta zitella malgrado fosse stata a suo tempo una bella ragazza) annunciò ad Adolfo la presenza di Federica. Di scatto Adolfo si odorò le dita ed il risultato della sua indagine olfattiva non fu ottimo. Infatti la sera prima, forse per l’eccitazione di incontrare l’indomani la bella Federica, Adolfo aveva pagato una donna per trascorrere delle intense ore di sesso sul suo divano. Adolfo malgrado il suo aspetto, non aveva mai avuto problemi con le donne. Ne aveva avute molte e si era sempre fatto “onore” ma ultimamente gli capitava spesso di avere problemi di erezione e aveva per questo deciso di adottare una doppia strategia. Per prima cosa non doveva più usare il letto. Tempo fa dopo una partita di tennis, un suo caro amico glia aveva confessato che il posto più adatto per un incontro sessuale fosse il divano e che quando sarebbe riuscito a portarsi a casa la bella Federica di cui Adolfo non smetteva mai di parlare, avrebbe dovuto “usare” proprio il divano e giammai il letto!. L’amico non aveva dato spiegazioni convincenti ma aveva raccontato ad Adolfo diverse “esperienze” da divano, che lo avevano convinto al cento per cento. Come seconda cosa Adolfo decise di testare il suo membro ed il suo divano con ragazze a pagamento, per evitare brutte figure e per non risparmiarsi nelle performance. Di certo la sua dignità di uomo non ne avrebbe risentito perché la prostituta la si sarebbe chiamata Federica (almeno sopra il divano) e persino l’aspetto della prostituta, nella mente di Adolfo, sarebbe stato quello della donna tanto desiderata. La prova sul divano della sera prima però – forse perché fu la prima, pensava Adolfo – fu disastrosa. Il desiderio era tanto e la prostituta era stata accuratamente scelta verosimigliante a Federica e poi la luce era spenta e Adolfo aveva persino pagato un supplemento per poterla chiamare a gran voce “Federica, tesoro mio”. Ma tutti questi accorgimenti messi insieme non avevano regalato al nostro nemmeno una parvenza di erezione. Ad un certo punto l’orgoglio di vecchio don Giovanni ebbe la meglio sulla nuova condizione di impotenza e così si concentrò non poco per regalare un orgasmo alla giovane prostituta ormai entrata del tutto nella parte della bella Federica ma stanca di essere posseduta da una mano sprovvista di grazia e certamente di preservativo.
La serata precedente all’incontro di lavoro con Federica era stata dunque un disastro ma l’urlo di piacere che la Federica a pagamento aveva interpretato alla fine della performance “manesca” di Adolfo gli aveva lasciato ancora qualche buona speranza ed un odore acre sulle dita della mano destro che Adolfo si premurò a cospargere di profumo (ne teneva sempre una boccetta dei migliori su un cassetto della scrivania) per coprire le malefatte della serata precedente dinanzi alla soave presenza di Federica.
Lei per la verità, malgrado conoscesse da tempo Adolfo e si intrattenesse con lui in telefonat private e qualche pranzetto appartato, non aveva mai concesso ad Adolfo altro che un bacio, che per la verità, lo stesso, le aveva rubato contro la sua volontà. Di fatto Federica – un po’ per timidezza un po’ per una certa benevolenza nei confronti di Adolfo - non aveva mai mortificato più di tanto né il gesto né il baciatore furtivo che da allora – poco più di due anni prima – non aveva mai smesso di sperare.
L’incontro tanto atteso fu però abbastanza anonimo. E’ vero che Federica si era mostrata in tutto il suo splendore gentile e accondiscendente ma appena ottenuto da Adolfo il favore che aveva chiesto aveva ben presto annunciato un impegno improrogabile e paventato una remota possibilità che Adolfo e lei potessero rivedersi in settimana per prendere un caffè insieme. Tanto gli era bastato. Adolfo congedò Federica con un bacetto di saluto e una lenta carezza che intrise il volto morbido e levigato di Federica del profumo appena cosparso e di un non so ché.
Pochi mesi dopo poco era cambiato nella vita di Adolfo: era ancora il capo del suo ufficio ed era ancora un punto di riferimento per Federica e per tutte quelle persone che avevano bisogno della sua benevolenza ma non aveva più smesso di andare con le prostitute e non aveva più smesso di profumarsi la mano destra. Una mattina di marzo fuori la neve cadeva copiosa e Adolfo non riusciva a capacitarsi di quanto era accaduto. Enza, la fedele compagna di una vita di lavoro non era al suo posto. Adolfo cammina nervosamente tra le otto mura della sua stanza – in realtà la sua stanza è composta da due ambienti collegati da una grande porta – pensando alla motivazione che aveva potuto spingere Enza a non venire a lavoro quel giorno. Non era mai successo in 25 anni. Nemmeno quando Adolfo aveva comunicato all’allora giovane Enza che la loro relazione doveva finire per il buon nome dell’ufficio e per la carriera di Adolfo che allora era ancora in ascesa. Sulla scrivania notò, tra gli altri, un giornale che non aveva mai visto prima. Non si trattava di un quotidiano ma di un mensile di medicina. Sulla prima pagina uno strano titolo: Scoperta la causa del “cancro” dei Don Giovanni. Adolfo si incuriosì e lesse l’articolo riguardante la scoperta. Il giornale per la verità era vecchio di qualche mese ma la notizia era nuova quanto terrificante per Adolfo. Un virus trasmissibile solo per via sessuale colpisce le persone in un modo subdolo ed implacabile: gli uomini con una terribile impotenza e le donne con una totale infertilità. Gli organi genitali, si leggeva nell’articolo, dopo un processo di incubazione del virus che può durare più di venti anni, vengono attaccati e “seccati” dal virus. Le ovaie si decompongono in pochi mesi mentre i genitali maschili si atrofizzano dopo un lungo periodo di normale funzionamento. Adolfo associò subito la notizia al suo stato di impotenza e cominciò sudare freddo. Scaraventò il giornale per terra e ne vide uscire una busta bianca e sigillata.
Dentro, un foglio quasi tutto bianco e solo poche parole apparentemente senza senso ma non per Adolfo: Lui è piccolo ma mortale. Io sono vecchia ma non lo ero. Tu sei morto e non lo sai.
Una notte di novembre accade una cosa inaspettata. Mentre Adolfo dormiva, il suo telefono cellulare annunciò un sms in arrivo. Mittente numerico: sconosciuto. Il messaggio recitava: lui è piccolo ma mortale. Io sono vecchia ma non lo ero. Tu sei morto e non lo sai. Fine del testo e fine del riposo per Adolfo che si inquietò non poco nel leggere e rileggere quelle strane parole. Provò a digitare quel numero di cellulare, suonava, ma nessuno rispondeva.
La mattina seguente Adolfo non era quello di sempre. Non dava a vedere l’inquietudine perché comunque era concentrato sul lavoro e sulla gente da aiutare quel giorno ma aveva bisogno di aiuto. La giornata terminò al solito orario ma il suo stato d’animo non era mutato. Adolfo leggeva ancora il messaggio della notte ma ormai ricordava a memoria le parole e non riusciva a dare loro un senso compiuto. Forse uno scherzo? Forse un errore di persona? Ma si! Forse un errore di persona. Decise di mandare a sua volta un sms a quel numero sconosciuto dicendo che evidentemente c’era stato un errore di persona e che lui con quella faccende non c’entrava nulla.
Mandò il messaggio ponderando bene le parole e per un po’ rimase in macchina – era diretto a casa ma da più di due ore era bloccato dal traffico cittadino – a fissare il suo telefono nella speranza che annunciasse un sms ricevuto. Il telefono restò muto quella sera. Quella notte e tutto quel mese. Per la verità il telefono non annunciò mai un sms proveniente da quel numero e col tempo anche Adolfo cominciò a dimenticare quelle frasi sconnesse.
La mattina del 24 dicembre 2009 Adolfo era stabilmente seduto sulla sua grande sedia davanti alla sua grande scrivania del suo grande ufficio. Quella mattina Federica doveva venire a trovarlo, per gli auguri di Natale. Finalmente l’avrebbe rivista e chissà, magari avrebbe potuto avere qualche possibilità di invitarla a cena o a pranzo.
Enza, la fedele e sempre presente segretaria di Adolfo (anche perché rimasta zitella malgrado fosse stata a suo tempo una bella ragazza) annunciò ad Adolfo la presenza di Federica. Di scatto Adolfo si odorò le dita ed il risultato della sua indagine olfattiva non fu ottimo. Infatti la sera prima, forse per l’eccitazione di incontrare l’indomani la bella Federica, Adolfo aveva pagato una donna per trascorrere delle intense ore di sesso sul suo divano. Adolfo malgrado il suo aspetto, non aveva mai avuto problemi con le donne. Ne aveva avute molte e si era sempre fatto “onore” ma ultimamente gli capitava spesso di avere problemi di erezione e aveva per questo deciso di adottare una doppia strategia. Per prima cosa non doveva più usare il letto. Tempo fa dopo una partita di tennis, un suo caro amico glia aveva confessato che il posto più adatto per un incontro sessuale fosse il divano e che quando sarebbe riuscito a portarsi a casa la bella Federica di cui Adolfo non smetteva mai di parlare, avrebbe dovuto “usare” proprio il divano e giammai il letto!. L’amico non aveva dato spiegazioni convincenti ma aveva raccontato ad Adolfo diverse “esperienze” da divano, che lo avevano convinto al cento per cento. Come seconda cosa Adolfo decise di testare il suo membro ed il suo divano con ragazze a pagamento, per evitare brutte figure e per non risparmiarsi nelle performance. Di certo la sua dignità di uomo non ne avrebbe risentito perché la prostituta la si sarebbe chiamata Federica (almeno sopra il divano) e persino l’aspetto della prostituta, nella mente di Adolfo, sarebbe stato quello della donna tanto desiderata. La prova sul divano della sera prima però – forse perché fu la prima, pensava Adolfo – fu disastrosa. Il desiderio era tanto e la prostituta era stata accuratamente scelta verosimigliante a Federica e poi la luce era spenta e Adolfo aveva persino pagato un supplemento per poterla chiamare a gran voce “Federica, tesoro mio”. Ma tutti questi accorgimenti messi insieme non avevano regalato al nostro nemmeno una parvenza di erezione. Ad un certo punto l’orgoglio di vecchio don Giovanni ebbe la meglio sulla nuova condizione di impotenza e così si concentrò non poco per regalare un orgasmo alla giovane prostituta ormai entrata del tutto nella parte della bella Federica ma stanca di essere posseduta da una mano sprovvista di grazia e certamente di preservativo.
La serata precedente all’incontro di lavoro con Federica era stata dunque un disastro ma l’urlo di piacere che la Federica a pagamento aveva interpretato alla fine della performance “manesca” di Adolfo gli aveva lasciato ancora qualche buona speranza ed un odore acre sulle dita della mano destro che Adolfo si premurò a cospargere di profumo (ne teneva sempre una boccetta dei migliori su un cassetto della scrivania) per coprire le malefatte della serata precedente dinanzi alla soave presenza di Federica.
Lei per la verità, malgrado conoscesse da tempo Adolfo e si intrattenesse con lui in telefonat private e qualche pranzetto appartato, non aveva mai concesso ad Adolfo altro che un bacio, che per la verità, lo stesso, le aveva rubato contro la sua volontà. Di fatto Federica – un po’ per timidezza un po’ per una certa benevolenza nei confronti di Adolfo - non aveva mai mortificato più di tanto né il gesto né il baciatore furtivo che da allora – poco più di due anni prima – non aveva mai smesso di sperare.
L’incontro tanto atteso fu però abbastanza anonimo. E’ vero che Federica si era mostrata in tutto il suo splendore gentile e accondiscendente ma appena ottenuto da Adolfo il favore che aveva chiesto aveva ben presto annunciato un impegno improrogabile e paventato una remota possibilità che Adolfo e lei potessero rivedersi in settimana per prendere un caffè insieme. Tanto gli era bastato. Adolfo congedò Federica con un bacetto di saluto e una lenta carezza che intrise il volto morbido e levigato di Federica del profumo appena cosparso e di un non so ché.
Pochi mesi dopo poco era cambiato nella vita di Adolfo: era ancora il capo del suo ufficio ed era ancora un punto di riferimento per Federica e per tutte quelle persone che avevano bisogno della sua benevolenza ma non aveva più smesso di andare con le prostitute e non aveva più smesso di profumarsi la mano destra. Una mattina di marzo fuori la neve cadeva copiosa e Adolfo non riusciva a capacitarsi di quanto era accaduto. Enza, la fedele compagna di una vita di lavoro non era al suo posto. Adolfo cammina nervosamente tra le otto mura della sua stanza – in realtà la sua stanza è composta da due ambienti collegati da una grande porta – pensando alla motivazione che aveva potuto spingere Enza a non venire a lavoro quel giorno. Non era mai successo in 25 anni. Nemmeno quando Adolfo aveva comunicato all’allora giovane Enza che la loro relazione doveva finire per il buon nome dell’ufficio e per la carriera di Adolfo che allora era ancora in ascesa. Sulla scrivania notò, tra gli altri, un giornale che non aveva mai visto prima. Non si trattava di un quotidiano ma di un mensile di medicina. Sulla prima pagina uno strano titolo: Scoperta la causa del “cancro” dei Don Giovanni. Adolfo si incuriosì e lesse l’articolo riguardante la scoperta. Il giornale per la verità era vecchio di qualche mese ma la notizia era nuova quanto terrificante per Adolfo. Un virus trasmissibile solo per via sessuale colpisce le persone in un modo subdolo ed implacabile: gli uomini con una terribile impotenza e le donne con una totale infertilità. Gli organi genitali, si leggeva nell’articolo, dopo un processo di incubazione del virus che può durare più di venti anni, vengono attaccati e “seccati” dal virus. Le ovaie si decompongono in pochi mesi mentre i genitali maschili si atrofizzano dopo un lungo periodo di normale funzionamento. Adolfo associò subito la notizia al suo stato di impotenza e cominciò sudare freddo. Scaraventò il giornale per terra e ne vide uscire una busta bianca e sigillata.
Dentro, un foglio quasi tutto bianco e solo poche parole apparentemente senza senso ma non per Adolfo: Lui è piccolo ma mortale. Io sono vecchia ma non lo ero. Tu sei morto e non lo sai.
Tua, Enza.
di Amanteo
martedì, settembre 22, 2009
Immaturo
Un bambino,
è immaturo.
Mantiene la sua idea
ed il broncio
perchè la rtiene giusta
e giusto ritiene il broncio.
Un bambino però
ha i sentimenti di un bambino:
puri
teneri
dolci
giusti.
Un uomo immaturo
vive
un'ingiustizia come un bambino.
Cosa è giusto allora?
E' giusto restare bambino
ma agire come un uomo.
E' giusto fantasticare sulla luna e addormentarsi con una favola
ma senza dirlo a nessuno
parlando in pubblico della luna
come di un satellite della terra
e delle fiabe come di storie
per bambini.
di Amanteo
giovedì, luglio 23, 2009
Scegliere
martedì, luglio 07, 2009
martedì, giugno 30, 2009
martedì, giugno 23, 2009
la cena
E se vivessimo senza passato? Non sarebbe meglio vivere solo il presente ed il futuro?
Forse, ma non è che dici così perchè ti vergogni del tuo passato?
Io? ma no! A proposito di passato, sai dirmi dov'è il bagno?
In fondo a destra...ma che c'entra con il passato?
Non è forse il rifiuto organico della cena di ieri sera la merda di oggi?
....
A proposito di cena, sai dirmi dov'è il bagno?
DIALOGO PRESENTE, SUL PASSATO.
di AMANTEO
lunedì, giugno 22, 2009
A favore di vento
"L'Odio che è vinto interamente dall'Amore si cambia in Amore, e l'Amore è per questa ragione più grande che se l'Odio non l'avesse preceduto" disse B. Spinoza al Viaggiatore Stanco.
"L'Odio genera Odio, in quanto generato, dall'Amore", disse il Viaggiatore Stanco pisciando a favore di vento.
di
Amanteo
lunedì, giugno 08, 2009
mercoledì, giugno 03, 2009
E ascolto cantare in me....
"Non ti diedi né volto, né luogo che ti sia proprio, né alcun dono che ti sia particolare, o Adamo,affinché il tuo volto, il tuo posto e i tuoi doni tu li voglia, li conquisti e li possieda da solo. La natura racchiude altre specie di leggi da me stabilite. Ma tu che non soggiaci ad alcun limite, col tuo libero arbitrio al quale ti affidai, tu ti definisci da te stesso. Ti ho posto al centro del mondo, affinché tu possa contemplare meglio ciò che esso contiene. Non ti ho fatto né celeste né terrestre, né mortale, né immortale, affinché tu stesso, liberamente, in guisa di buon pittore o provetto scultore, tu plasmi la tua immagine."
Pico della Mirandola
Pico della Mirandola
mercoledì, maggio 27, 2009
martedì, maggio 26, 2009
Amarcord
Mamma, son tanto felice
perché ritorno da te.
La mia canzone ti dice
ch'è il più bel sogno per me!
Mamma son tanto felice...
Viver lontano perché?
Mamma, solo per te la mia canzone vola,
mamma, sarai con me, tu non sarai più sola!
Quanto ti voglio bene!
Queste parole d'amore che ti sospira il mio cuore
forse non s'usano più,mamma!,
ma la canzone mia più bella sei tu!
Sei tu la vitae per la vita non ti lascio mai più!
Sento la mano tua stanca:cerca i miei riccioli d'or.
Sento, e la voce ti manca,
la ninna nanna d'allor.
Oggi la testa tua biancaio voglio stringere al cuor.
Mamma, solo per te la mia canzone vola,
mamma, sarai con me, tu non sarai più sola!
Quanto ti voglio bene!
Queste parole d'amore che ti sospira il mio cuore
forse non s'usano più,mamma!,
ma la canzone mia più bella sei tu!
Sei tu la vitae per la vita non ti lascio mai più!
Mamma... mai più!
(Cesare Andrea Bixio / Bruno Cherubini)
mercoledì, maggio 13, 2009
Messaggio a vuoto
Era d'estate
Era d’estate e tu eri con me
Era d’estate poco tempo fa
Ora per ora noi vivevamo
Giorni e notti felici senza domani
Era d’autunno e tu eri con me
Era d’autunno poco tempo fa
Ora per ora senza un sorriso
Si spegneva l’estate negli occhi tuoi
Io ti guardavo e sognavo una vita
Tutta con teMa i sogni belli
Non si avverano mai
Era d’estate e tu eri con me
Era d’estate tanto tempo fa
E sul tuo viso lacrime chiare
Mi dicevano solo addio
Mi dicevano addio, soltanto addio...
sergio endrigo
venerdì, aprile 17, 2009
Dubbio
martedì, aprile 14, 2009
La scala
Ci si regge
quasi per forza
ma è chiaro che il tutto sovrasta la struttura portante.
Ogni poco
si arriva a litigare
su questioni che di filosofico hanno la buccia.
Il tempo scorre su talami di marzapane
in attesa del genio
che sobilla i sogni.
A me sembra
che in primavera
le rondini tardino sempre di più.
di
Amanteo
quasi per forza
ma è chiaro che il tutto sovrasta la struttura portante.
Ogni poco
si arriva a litigare
su questioni che di filosofico hanno la buccia.
Il tempo scorre su talami di marzapane
in attesa del genio
che sobilla i sogni.
A me sembra
che in primavera
le rondini tardino sempre di più.
di
Amanteo
mercoledì, aprile 08, 2009
venerdì, marzo 27, 2009
Un sogno da bambina
Sono entrata nella casa
ho stipato mille straccetti rosa
in valigie di fortuna.
Sono entrata per restare
(solo un'ora o forse due).
Ho trovato in un cassetto
una valigia di madreperla
con gli angoli duri duri da non poterli riempire
Solo un'ora resterò
e sognerò per forza di un sogno da bambina
che viene e si allontana.
Fuori, sul marciapiede, mi aspetta un tizio, vagabondo non per scelta,
ha la barba tra le mani
chissà quanto avrà viaggiato!
di
aMANTeO
martedì, marzo 17, 2009
lunedì, marzo 16, 2009
mercoledì, marzo 11, 2009
Luce (In the bedroom)
mercoledì, marzo 04, 2009
martedì, marzo 03, 2009
L'orecchio
lunedì, marzo 02, 2009
Al Massimo (ovvero del non competere col Massimo)
Al Massimo potrei sfondare una porta,
non di più.
Al Massimo potrei cavare un occhio,
non di più.
Al Massimo potrei sputare in faccia,
non di più.
Al Massimo potrei augurare danni ad un'unghia,
non di più.
Al Massimo potrei aprirmi un varco,
non di più.
Al Massimo potrei pestare un callo,
non di più.
Al Massimo potrei fregarmene di Te, mia Cara,
ma non di più.
di
Ama-ssimooo!!!
giovedì, febbraio 26, 2009
mercoledì, febbraio 25, 2009
Sospesi
lunedì, febbraio 23, 2009
Atteso
Credi che arriverai ad un finale atteso?
le bandiere sono già ormeggiate in fila indiana
ti aspettano.
Se la tua vita ha a che vedere con quella delle nostre madri
allora dovresti cambiare rotta!
Lascia perdere le grandi imprese e concentrati sul risultato!
Bisogna solo raggiungere la costa, Bernard!
Non lasciarmi qui solo.
Non lasciarmi qui solo, anche tu.
di
Amanteo
martedì, febbraio 17, 2009
Un segreto (part two)
Perfette linee
Imperfetti umori
Chiare caviglie e seta e lenzuola di timo.
Su una mano si regge una cattedrale donna
e il pensiero di quello scatto
è mio?
Sullo sfondo ricordi di futuri paesaggi
familiari cornici di presenti sospiri.
Un futuro segreto cova tra le pieghe eleganti
un bagliore si regge sui miei occhi smaglianti.
di Amanteo
Imperfetti umori
Chiare caviglie e seta e lenzuola di timo.
Su una mano si regge una cattedrale donna
e il pensiero di quello scatto
è mio?
Sullo sfondo ricordi di futuri paesaggi
familiari cornici di presenti sospiri.
Un futuro segreto cova tra le pieghe eleganti
un bagliore si regge sui miei occhi smaglianti.
di Amanteo
lunedì, febbraio 09, 2009
Padiglione Cancr(i)
Abbiamo "rotto il ghiaccio".
Un dolorino dietro la spalla mi fa venire in mente
Che forse la morte è impermeabile al gelo.
Ieri sera, volando su Londra, abbiamo visto un buco nero attratto da due suoi simili.
La vita, in effetti, si svolge tra le gocce di sedativo e non c'è verso
di spiegare oggi
quello che abbiamo sofferto ieri.
di Amanteo
mercoledì, febbraio 04, 2009
Il pianto
lunedì, febbraio 02, 2009
La scelta
" Ecco la tua scelta"
non si arrendono i rimpianti
saturi di settembre e strade di viaggio.
Briciole di luce tra me e la torre della conoscenza
paralizzano un recente cielo di sogni che non svaniscono.
La vita è una specie di ritornello,
segna un percorso tra i rovi.
Inutili varchi
svaniscono nei nembi
grigi di sale, lingue e balsamo di Tunisi.
di
Amanteo
venerdì, gennaio 30, 2009
giovedì, gennaio 29, 2009
Vento
lunedì, gennaio 26, 2009
Collective intelligence
Di collettivo c'è solo il bordo duro della camicia!
oggi
in questo
preciso "oggi"
di qesto preciso luogo.
Si finisce sempre per litigare
non c'è partecipazione
non c'è adunanza
non c'è comunanza.
Il nostro parlare
non ha nulla a che vedere con la ragione o il sapere
in noi agisce solo un'intelligenza collettiva
che è meno utile a te e a me di quanto non sia utile un cacciavite,
ad un salmone!
In verità l'amore non ha nulla a che vedere con l'intelligenza.
In verità noi siamo parte di un progetto
In verità la pagina sbiadita della tua dedica non era intelligente
ma era per sempre mia.
di Amanteo
giovedì, gennaio 22, 2009
martedì, gennaio 13, 2009
Safiniate
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